In questi giorni una nota società di software tecnico sta propagandando il lancio di un ennesimo programma BIM come quello che cambierà il mondo, segnerà il discrimine tra il prima e il dopo, una rivoluzione insomma, una cosa completamente nuova.
A leggere così non si sa bene cosa immaginare, perché la rivoluzione va oltre l’immaginazione naturalmente. Il re di Francia non aveva capito cosa sarebbe successo da lì a poco, lo zar nemmeno. Rimanendo nel campo del software quanti avevano capito all’inizio la rivoluzione di FaceBook?
Poi, leggendo le caratteristiche del programma, la delusione cresce gradatamente e alla fine cadono le braccia.
Sarebbe rivoluzionario lavorare contemporaneamente in 2D e 3D? Avere rapidamente prospetti, sezioni, prospettive ecc?
Sarebbe rivoluzionario avere le tavole aggiornate in base alle modifiche? O esportarle in DWG?
Sarebbe rivoluzionario avere programmi tecnici integrati?
Se si tratta di questo allora non è una rivoluzione, ma una restaurazione di rivoluzioni già avvenute più di 20 anni fa.
La maggior parte delle funzioni e dei modi propagandati erano presenti, ad esempio, in Domus.Cad 20 anni fa, ma non solo in Domus.Cad, anche in altri programmi BIM, quali ArchiCad, AllPlan, Architrion.
Altri programmi di questo tipo sono venuti fuori in anni più recenti e quindi la rivoluzione è già finita.
Già molti professionisti hanno cambiato, da molto tempo e con soddisfazione, il loro mondo professionale e non si sono accorti di essere dei rivoluzionari ante-litteram!
Attenzione! Non sto denigrando il programma in oggetto, non lo conosco e quindi non sono in grado di giudicarlo. Probabilmente, come tutti i programmi, avrà dei punti di forza e dei punti di debolezza.
Sto parlando invece di un certo modo di presentare prodotti più o meno normali, comune in pubblicità, dove l’importante è esagerare.
Non solo, ma continuare ad esagerare, in modo martellante, con grande impiego di mezzi. Quando poi il prodotto deve emergere tra tanti concorrenti, a maggior ragione non basta parlare delle sue caratteristiche tecniche, è necessario andare nel sogno, nell’immaginario, nel fantasmagorico, perché è l’unico mezzo per metterlo in evidenza rispetto a quelli che già sono sul mercato.
“E’ la pubblicità bellezza!”, direte. Certo, è pubblicità, una volta dicevano “è tutta propaganda!”. Naturalmente lo sappiamo e, purtroppo, non ci scandalizziamo.
1) sembrate Veltroni in campagna elettorale quando parlava “del principale esponente politico a noi avverso” invece di parlare di Berlusconi, vi auguro di non fare la stessa fine
2) il BIM cambierà il mondo in Italia quando si faranno solo interventi di nuova costruzione, e cioè mai più dopo il 1970, quindi si può sempre spacciare per rivoluzionario purtroppo
3) invece di scrivere filosofie di dubbia efficacia, correggete i link che mettete nelle mailing list dato che portano alle pagine sbagliate
4) se volete guadagnare di più, evitate di sviluppare software che intasano qualunque sistema per fare 3 click, che siano decenti a vedersi (assumete un grafico vi prego!) e compatibili con gli ultimi sistemi operativi invece di rimanere per sempre appesi fino all’ultimo secondo al più antico e obsoleto codice disponibile per miracolosa delega. Per le funzionalità nulla da dire, sono molto interessanti e spesso uniche nel mondo mac, ma purtroppo la gente non abbandonerà mai i programmi forniti gratis e illegalmente dalla rete e non uscirà mai nella massa dal 2d. Buon lavoro
Grazie dell’intervento. Aggiungo alcuni commenti.
1) Accetto gli auguri, speriamo bene! In realtà i politici possono dire quello che gli pare di chiunque senza rischiare niente, per noi è un po’ diverso. La pubblicità comparativa in pratica in Italia non è ammessa, tranne per casi molto limitati.
2) La parola BIM ormai mi sta antipatica da quanto è abusata a sproposito anche di programmi che con questo concetto entrano poco. Comunque nessuna rivoluzione reale in vista.
3) Mi dispiace per i link errati, per il resto non diamogli un’aura troppo alta di filosofia, sono semplicemente opinioni.
4) La gente è fatta di persone e fortunatamente per noi un po’ di persone non segue l’andamento generale e pensa che avere programmi professionali ben assistiti e di costo non troppo elevato, anche in termini di assistenza, meriti di spendere qualche baiocco, del resto noi non pretendiamo di fare rivoluzioni. Inoltre gli utenti che usano Domus.Cad da qualche anno, specialmente se progettisti (non solo disegnatori) non pensano nemmeno più in termini di 2D e 3D, ma di progetto. 2D e 3D sono semplicemente delle rappresentazioni del progetto.
Noi, per rispetto dei nostri clienti, cerchiamo di tenere i nostri programmi compatibili con un certo numero di vecchie versioni del sistema operativo e di processori. Non vogliamo che un cliente che riceve l’aggiornamento sia costretto a cambiare computer per utilizzarlo. Naturalmente questo non vale all’infinito, parlando ad esempio di Domus,Cad, sono supportati i sistemi Mac dal 10.4.11 al 10.8. Con la prossima versione salterà il vecchio 10.4. Questo ha, come controindicazione, di non utilizzare alcune nuove funzioni esclusive dei sistemi operativi ultimi.
C’è chi fa esattamente il contrario. Un nostro cliente che usa un “noto programma CAD 2D per Mac”, tanto per restare in quanto detto al punto 1, tra l’altro un ottimo programma, ha dovuto cambiare un computer con PowerPC con uno nuovo, a questo punto naturalmente il vecchio programma non funzionava, “poco male”, ha pensato, “lo aggiorno”. Però questo cliente ha altre 5 postazioni e quindi doveva aggiornare anche gli altri 5 programmi, che, non funzionando sui vecchi computer, richiedevano di cambiare anche 5 computer. Totale, per un computer rotto, cambio di 6 computer e aggiornamento di 6 programmi. La nostra politica di sviluppo è diversa.
Sono in accordo con lei che, da un punto di vista commerciale, l’aspetto grafico è molto importante ed anche importante seguire le mode del momento. Probabilmente in Interstudio siamo più tecnici e meno commerciali, è una eredità che ci trasciniamo dalla nostra nascita come società di servizi tecnici (informatici e di altro tipo). E’ il peccato originale di una società dove i soci fondatori sono dei tecnici, che se ci pone in un ottica di servizio, più che di vendita di prodotti, alcune volte ci fa scegliere di lavorare più sulle funzioni e sul miglioramento delle funzionalità piuttosto che sull’aggiornamento grafico dell’interfaccia. Da un punto di vista commerciale è un errore, perché si vende ciò che è visibile, non quello che è sotto il cofano. Penso però che alla fine i nostri clienti traggano comunque dei vantaggi da questa impostazione.
.. il guaio è che non sono i soli… ma di danni ne hanno fatto… anche in campo strutturale!