Cera una volta la Bella Calligrafia, i bambini passavano mesi e mesi a riempire i quaderni di aste, cerchietti, quadretti e poi di letterine, tutte uguali, carine, in fila, una accanto all’altra. Che bella la Bella Calligrafia!
Lo so che molti insegnanti rimpiangono quei tempi quando si trovano a correggere dei compiti illeggibili, ma ormai il 99% di ciò che viene scritto nel mondo viene fatto con una tastiera, basta pensare al quasi infinito mondo di Internet.
Negli anni 70 e i primi anni 80 un professionista scriveva una lettera a mano, la passava alla dattilografa che faceva una prima battitura a macchina, il professionista correggeva la bozza e la dattilografa batteva la versione definitiva, un pò di bianchetto serviva per le correzioni dell’ultimo minuto.
Quante dattilografe vedete a giro adesso? Ognuno scrive da se le proprie lettere e le proprie relazioni, magari con un solo dito, ma fa sempre prima che fare la trafila di cui sopra, insomma, è molto più utile saper scrivere sulla tastiera velocemente e senza errori che non scrivere in bella calligrafia.
Recentemente si sono svolti presso i vari Collegi dei Geometri gli esami per l’abilitazione alla professione e la prova di disegno prevedeva l’uso della riga e della squadra. Gli esaminandi molto probabilmente non hanno mai avuto occasione di utilizzare questi strumenti durante i loro due anni di praticantato e non li riuseranno più in futuro, ma qui il tempo si è fermato alle aste e ai cerchietti delle elementari di 50 o 60 anni fa.
Lo so quale è la giustificazione: “Non abbiamo i mezzi per fare diversamente, dovremmo avere computer e programmi per tutti, per cui facciamo utilizzare riga e squadra”.
Insomma, non potendo fare la cosa giusta, ci si accontenta di farne una sbagliata! Quante sciocchezze vengono fatte con questa scusa! Quanti sbagli vengono giustificati con l’impossibilità di fare la cosa giusta!
Ma dimentichiamo che esiste anche un’altra soluzione: non fare niente. E’ sempre meglio che utilizzare tempo e risorse per niente.
Oppure cambiare e provare a fare qualcosa, che serva a qualcosa.
E’ condivisibile quanto scrive la redazione; il ritardo delle scuole di ogni grado nel dotarsi di strumenti didattici adeguati è davvero sconfortante e forse anche l’inadeguatezza di molti insegnanti gioca la sua parte. Questo quadro è ancora più drammatico nelle scuole di architettura. Tuttavia, in un esame di progettazione, se si hanno idee le si possono rappresentare chiaramente anche con riga e squadra; la bontà di un’idea progettuale non ha bisogno di grandi orpelli grafici per essere apprezzata da chi ha i mezzi culturali per valutarla.