NOVITA’: E’ disponibile su Interstudio Tools la nuova applicazione WEB “iT-cerchiature” per un progetto delle cerchiature in acciaio on line. Un’applicazione per progettare cerchiature in pannelli murari multisetto, in edifici multi-piano Vedi le caratteristiche… Utilizza subito iT-Cerchiature … |
Interstudio ha rilasciato la versione 2.2 del foglio elettronico gratuito per il progetto delle cerchiature in acciaio secondo le norme NTC 2018 e successive circolari.
La parete oggetto di nuova apertura viene consolidata mediante la posa in opera di una cerchiatura realizzata con profilati di acciaio ancorati alle murature. L’ancoraggio è assicurato anche grazie alla posa in opera di zanche metalliche.
Per le pareti si procede ad un controllo della rigidezza prima e dopo l’intervento determinando la diminuzione della stessa e progettando la cerchiatura in modo che la variazione di rigidezza dopo l’intervento sia compresa fra -15% e +15% di quella prima dell’intervento.
La parete viene inoltre verificata garantendo che la resistenza e la capacità di deformazione, fornite dall’insieme setti-cerchiatura non peggiorino ai fini del comportamento rispetto alle azioni orizzontali.
Sia per lo stato originario che per lo stato modificato si procede al calcolo delle rigidezze, dei tagli ultimi e degli spostamenti ultimi secondo le procedure descritte di seguito.
Nel foglio h, L, s sono rispettivamente altezza, lunghezza e spessore del setto, G è il modulo di elasticità tangenziale.
Per ciascun setto si assume come forza ultima il minimo tra i valori seguenti:
– taglio per fessurazione diagonale (par. C.8.7.1.5). Questo valore è indicato per murature disordinate o in cattive condizioni, altrimenti è consigliabile la relazione del par. 7.8.2.2.2.
– forza derivante dal momento ultimo per pressoflessione (par. 7.8.2.2.1)
– taglio per scorrimento (par. 7.8.2.2.2)
Sulla base della forza ultima minima si determina per ciascun setto lo spostamento relativo corrispondente.
In base al valore minimo di tutti gli spostamenti ultimi dei setti costituenti la parete si ricalcolano le forze resistenti di ciascun setto e quindi ila forza orizzontale ultima della parete.
Per la parete corrispondente allo stato modificato si determina anche la forza che assorbe la cerchiatura metallica in corrispondenza dello spostamento ultimo minimo precedente.
La forza calcolata in questo modo è confrontata con la forza ultima assorbibile dal telaio in acciaio in funzione delle caratteristiche del materiale e dei profilati utilizzati e, se inferiore a quella precedente. È utilizzato quest’ultimo valore.
Lo spostamento ultimo di ciascun setto, par. C.8.7.1.4., viene determinato come percentuale dell’altezza ed in particolare in funzione della deformazione angolare del materiale, normalmente 0,005 per murature ordinarie esistenti e 0,004 per murature moderne.
Si procede quindi alla verifica dell’architrave sia per SLE che per SLU secondo quanto prescritto dalla normativa.
Sono forniti 3 diversi fogli di calcolo:
– Cerchiature NTC 2018 1-2.xls: da utilizzare per aperture in un setto, con un setto iniziale e due setti finali.
– Cerchiature NTC 2018 2-2.xls: da utilizzare per modifiche ad aperture e si abbiano 2 setti all’inizio e 2 setti alla fine.
– Cerchiature NTC 2018 2-3.xls: da utilizzare per modifiche ad aperture e si abbiano 2 setti all’inizio e 3 setti alla fine.
Per diverse combinazioni di setti è semplice ampliare il calcolo copiando e incollando parti del foglio elettronico.
Per ogni setto è predisposta l’analisi dei carichi per i piano superiori e l’indicazione dei materiali.
Il foglio elettronico provvede automaticamente a dimezzare i moduli di elasticità E e G per tenere conto della rigidezza dei setti fessurata invece che di quella elastica.
I setti possono essere considerati a mensola o a doppio incastro inserendo la lettera m per mensola o i per doppio incastro nel campo Vinc. (Vincolo).
Il vincolo a mensola è da utilizzare quando non esista una fascia di piano (finestre a nastri verticali o ultimo piano con finestre che arrivano al tetto).
Anche la cerchiatura può essere considerata a mensola, a doppio incastro o semi-incastrata alla base inserendo le lettere ci (cerniera-incastro), ii (incastro-incastro) o si (semi incastro alla base e incastrata in sommità.
In questo caso la cerniera o il semi incastro sono da utilizzare quando non si riesca a creare un vincolo efficace alla base della cerchiatura.
Il vincolo cerniera-incastro è utile quando non sia possibile effettuare un incastro efficace alla base della cerchiatura e il semi incastro quando si presentino situazioni intermedie.
Scarica i fogli elettronici gratuiti …Vedi anche questo articolo …
Non riesco a entrare nell’area di download per scaricare il foglio(ttp://download.interstudio.net/AreaUtenti/
Marco
Sta usando un link errato,quello corretto è https://dowload.interstudio.net/AreaUtenti/
Non riesco a collegarmi al link. Il web dice error
Probabilmente è stato un problema momentaneo
Ciao, bei fogli, fatti proprio bene!
Volevo chiedere, quando c’è scritto “numero di profilati” “4”, si intendono uno sopra, uno sotto e due ai lati… O 4 per lato, e quindi un totale di16 profilati per il foro…?
Grazie mille!
Matteo
E’ il numero totale dei piedritti delle cerchiature, vale a dire degli elementi verticali.
Per una cerchiatura semplice è 2, per una doppia è 4
foglio di calcolo ben fatto e completo. alcune lacune nella modalità di compilazione, tipo: la voce “quantità” nel setto è espressa in metri cubi / metro lineare di muratura presente ai diversi livelli? o è lo spessore della muratura? o forse l’altezza di interpiano?
anticipatamente ringrazio.
Penso si riferisca all’analisi dei carichi. In questo caso le quantità si riferiscono all’unità di misura utilizzata per il peso unitario. Se abbiamo DaN/m3 dobbiamo inserire un volume, se abbiamo DaN/m2 dobbiamo inserire una superficie. In generale sono volumi per il peso proprio delle murature e superfici per teti e solaio. Il risultato finale dell’analisi dei carichi deve essere il peso totale sul setto. Se clicca all’interno delle caselle nell’esempio scaricato vedrà che si sono delle espressioni numeriche.
ottimo foglio.
volevo chiedere una cosa… come si calcola l’area a taglio?
e il carico muratura sarebbe il carico della muratura sovrastante l’architrave?
inoltre… non si fa riferimento alla chiusura della cerchiatura a pavimento. è prevista?
grazie
saluti
Normalmente per le architravi non ci sono problemi di taglio per cui va bene anche un calcolo semplificato, dato dall’area dell’anima della trave.
Il carico sulle murature è diverso fra il calcolo della resistenza dei pannelli murari, parte superiore del foglio di calcolo, e calcolo del peso sull’architrave.
Nel primo caso, setto per setto, si calcola tutto il peso gravante sul setto partendo dal tetto e procedendo verso il basso. Per il calcolo dell’architrave invece il peso è solo quello sull’architrave e normalmente si considera un triangolo equilatero sopra di esso con tutto quello che c’è dentro il triangolo, una semplificazione, dalla parte della sicurezza, è considerare un quadrato con l’altezza uguale alla luce netta dell’architrave.
La cerchiatura in basso normalmente è chiusa con una parte inferiore in acciaio o un cordolo in C.A., in modo da creare un doppio incastro dei monanti. Se l’incastro alla base non è garantito, ad esempio non c’è spazio per inserire un profilato o un cordolo, allora deve essere scelto il modello di calcolo appoggio-incastro o semincastro-incastro.
Complimenti per il foglio xls, soprattutto per il fatto che è modificabile (lo sto adeguando alle mie esigenze…).
Ho un quesito: come va considerata l’altezza di ogni singolo setto? è sempre uguale all’interpiano oppure dipende dalle bucature?
grazie in anticipo per la risposta
Stefano
Se esistono dei cordoli in C.A. allora è corretto considerare l’altezza effettiva della parte muraria (dall’estradosso del cordolo inferiore all’intradosso del cordolo superiore), altrimenti va bene l’altezza di interpiano.
Questa è la schematizzazione più vicina al comportamento reale.
Alcuni programmi, in particolare quelli che utilizzano il metodo del telaio equivalente, considerano l’altezza dell’apertura, ma con risultati grossolanamente errati, può addirittura risultare in questo modo che un setto dove viene eseguita un’apertura risulterebbe più rigido dopo l’apertura che prima!
Io credo che comunque bisognerebbe tener conto della differenza di rigidezza tra un pannello delimitato x es. da due piccole finestre alte 100cm e uno delimitato da due porte alte 250 cm. Io ho provato a implementare il foglio di calcolo tenendo conto di questo aspetto, utilizzando il metodo di Dolce (1989).
Mi sembra una buona via di mezzo tra il considerare il pannello alto quanto l’interpiano e il considerare solo l’altezza delle bucature.
Che ne pensate?
Saluti
Stefano
Consiglio di vedere l’articolo Murature in zona sismica
In generale se i setti che rimangono ai lati delle aperture sono piccoli, tali che la deformazione è data principalmente dall’azione flettente, allora è vicino alla realtà anche considerare un’altezza ridotta del setto, perché la rigidezza della fascia di piano è molto elevata rispetto a quella dei setti.
Se invece i setti sono grandi e le aperture piccole, tali che la deformazione a taglio dei setti è importante, considerare un’altezza ridotta dei setti corrisponde a considerare le fasce di piano infinitamente rigide rispetto ai setti e questo in questi casi è molto distante dalla realtà, perché le fasce di piano hanno una deformazione a taglio per scorrimento orizzontale dell’ordine di grandezza della deformazione dei setti; questo è l’errore spesso grossolano che avviene in molte implementazioni dei metodi di calcolo delle murature a “telaio equivalente”
Sto cominciando ad usare il foglio di calcolo per le cerchiature in acciaio ma inserendo i moduli elastici della muratura espressi in daN/cm2 (ad esempio E=87 daN/cm2 e G=29 daN/cm2 come valori medi per “muratura in pietrame disordinata” – Tab.C8A.2.1 della Circolare ) ottengo il risultato #N/D nelle caselle relative al dimensionamento automatico dei piedritti. Noto che di default i valori sono E=8700 daN/cm2 e G=2900 daN/cm2… per caso occorre utilizzare unità di misura diverse? Inoltre chiedo gentilmente se anche la architrave è dimensionata con schema a telaio o se il dimensionamento alle azioni orizzontali è solo riferito ai piedritti. Grazie
I valori nella tabella C8A 2.1 sono in N/mm2 e nel foglio elettronico sono in DaN/cm2, per cui i valori in tabella devono essere moltiplicati per 10 (100/10), i valori che deve inserire nel suo esempio sono 8700 e 2900.
Complimenti per il foglio, è molto speditivo e pratico, ho un dubbio sul gamma_m (casella c25). bisogna prendere eventualmente i valori dei coeff indicati in tab. 4.5.II delle Ntc?
saluti
Antonio
No, in caso di calcolo sismico non lineare, come in questo caso, il goefficiente gammam è sempre 1. Per il calcolo lineare in zona sismica e’ sempre 2. I valori in tabella valgono per calcoli non sismici (vento e carichi verticali)
Volevo sapere come si fa, nel confronto tra lo stato attuale e quello di progetto e quindi nel riepilogo a far considerare l’esistenza di più aperture. Nel mio caso specifico parto da un setto in cui non ho nessuna apertura ed arrivo a 4 setti con 3 aperture. Grazie
In questo caso e’ necessario modificare uno dei fogli elettronici, magari qrello con piu’ setti finali, e modificarlo in modo da avere la situazione iniziale con un solo setto e la situazione finale con molti setti.
Nel calcolo della cerchiatura è più giusto prendere in considerazione tutto il setto con tutte le aperture dall’inzio alla fine, o solamente la parte compresa fra due muri portanti ortogonali e ammorsati?
Grazie.
Tutti i setti tra loro allineati, perche’ sono costretti a muoversi assieme . I setti perpendicolari è come non ci fossero
una domanda, ma nel caso ad esempio di 1 setto prima dell’intervento (parete intera) 3 setti dopo l’intervento, ovvero sto inserendo 2 bucature con due he per bucatura come pilastri, posso considerare con questo foglio di calcolo n° di profilati = 4? (due in una bucatura e due nella seconda)
Grazie e ottimo foglio di calcolo
Si, è corretto. La situazione iniziale in questo caso sarà di un setto e finale di 3 setti.
L’architrave in basso, che comunque è un calcolo indipendente dal resto, può essere calcolata per l’apertura più grande.
gentile redazione, sto utilizzando il vostro foglio di calcolo, e non riesco bene a capire due cose:
1) il coefficiente di incastro come mai alcune volte lo mettete e altre no?da cosa dipende?si può modificare?se si come?
2) come mai c’è sempre una sola apertura nella verifica?è la più grande?la media di tutte?ne posso aggiungere altre?
grazie anticipatamente per le risposte e il tempo che gli dedicherete
1) il coefficiente di incastro non è inserito, ma calcolato. Nei setti si inserisce una lettera i per incastro e m per mensola. Dipende da quale è il comportamento del setto, se più vicino all’incastro, nel caso in cui ci siano delle fasce di piano consistenti, o a mensola, ad esempio all’ultimo piano con collegamenti tra i setti dovuti solo al cordolo del solaio. Inoltre anche nelle cerchiature si inserisce una sigla per il coefficiente di incastro: ii per incastro-incastro, c-i per cerniera-incastro e s-i per semincastro-incastro. In questo caso dipende da come i montanti sono collegati alla loro base.
2) se nella situazione finale ci sono più aperture basta mettere il numero opportuno di elementi verticali. Se ad esempio ci sono due aperture con 4 montanti per apertura, è sufficiente mettere 8 montanti, il calcolo è corretto. Per quanto riguarda poi l’architrave, le righe relative a questa parte possono essere duplicate, nel caso che le due aperture abbiano larghezza e carichi diversi.
salve, innanzitutto complimenti, foglio ottimamente impostato, volevo chiedere:
nella verifica dell’architrave nella cella “C157 (qp) e C163 (qf)” a quali carichi si riferiscono?
grazie anticipato
qp è la combinazione per lo stato limite di esercizio, che è data dalla combinazione G1 + G2 + psi2*Q
qf è la combinazione per lo stato limite ultimo, la classica 1,3*G1 + 1,5*G2 + 1,5*Q
Con:
G1 peso proprio strutturale
G2 peso permanente non strutturale
Q carico di esercizio
non riesco a scaricare il foglio, sapete indicarmi una soluzione?grazie anticipatamente
Il link per scaricare il foglio è spedito all’indirizzo email utilizzato nella registrazione.
Controlli la posta e l’eventuale filtro antispam.
Potrebbero esserci stati problemi di collegamento, in questo caso provi di nuovo.
Se il problema è diverso dica esattamente cosa succede e se ci sono messaggi di errore.
Buona sera,
volevo sapere se è corretto che considerando 2 profilati in C131 e “ci” in C123 (Tipo di vincolo telaio con cerniera alla base) si dimensiona una cerchiatura con due piedritti ed un architrave, al limite con collegamento da realizzarsi alla base. Grazie PS (Grazie mille!!!)
Esatto, in questo caso il numero di piedritti è 2. Nel caso di doppia cerchiatura, ai due lati della muratura, il numero di piedritti è 4. Il tipo di vincolo dipende da come i piedritti sono collegati alla base.
Buonasera, é possibile utilizzare tale foglio di calcolo per verificare l’apertura di un’asola in un solaio per inserire una scala a pioli? L’asola ha le dimensioni di 80 x 100 e serve solo per collegare l’ultimo pianerottolo di un edificio con il locale tecnico in copertura.
Grazie per la risposta.
No, nel caso di cerchiature analizziamo azioni nel piano del pannello murario, mentre in un’asola in un solaio le azioni sono perpendicolari al piano.
Buon giorno, ho scaricato il vostro file e volevo sapere una cosa:
nella presentazione c’è scritto che il file di calcolo effettua anche la verifica della capacità deformativa della parete ma poi aprendo il file noto solo che fate solo la verifica di rigidezza prima e dopo l’apertura. Sbaglio?
Se controlla bene il foglio elettronico vedrà che c’è una verifica della capacità deformativa e della resistenza. La rigidezza serve per determinare i profili da utilizzare nella cerchiatura.
Il calcolo è basato appunto sul controllo delle deformazioni dei vari setti facenti parte del pannello murario, perché è in base alla loro deformazione che è calcolata la forza reattiva di ogni setto.
La deformazione del pannello è quella ultima del setto che giunge per primo al collasso, ma per quella deformazione gli altri setti, che sono obbligati ad avere la stessa deformazione per mantenere la congruenza, saranno in grado di reagire in funzione se sono in fase elastica o plastica.
Ciao a tutti ho dei dubbi sulle quantità riferite all’analisi dei carichi, ad esempio nel file cerchiature NTC 2008 1-2.xls la formula presente nella cella quantità dell’analisi dei carichi (situazione attuale) espressa in mc ai vari livelli dovrebbe corrispondere alle dimensioni dello stesso setto nei dati generali (altezza, spessore e lunghezza), c’è qualche motivo perché non è così? Nell’analisi dei carichi si dovrebbe determinare il carico del pannello murario ed eventualmente se carico anche quello dei solai. Grazie mille per la risposta
Non è detto che le dimensioni della muratura ai piani superiori sia uguale al setto di calcolo, è così solo nel caso che ai piani superiori ci siano delle aperture uguali a quelle del piano in esame. Se ad esempio al piano superiore ho un solo setto e al piano in esame 2, i setti ai piani superiori saranno più grandi di metà dell’apertura tra i 2 setti del piano in esame, considerando che la parte di muratura sopra l’apertura vada per metà su un setto e metà sull’altro.
Questo vale anche per le dimensioni dei solai, per i quali si dovrà considerare anche le parti gravanti sopra le architravi delle aperture.
Faccio i complimenti per la disponibilità e la divulgazione del materiale.
Ho analizzato il vostro foglio di calcolo delle cerchiature metalliche e vi chiedo:
1 – nella determinazione della sigma0 (tensione normale media) definita da voi “Press” non sarebbe più corretto considerare i carichi con la combinazione agli SLU essendo un parametro che poi verrà anche utilizzato per il calcolo di Mu (momento ultimo) e Vt1(taglio per fessurazione diag)?
2 – perchè nel calcolo del Vt3 (taglio per scorrimento) utilizzate tutta la lunghezza “l” del setto invece di prendere in considerazione la lunghezza della parte compressa “lc” come previsto dalla [7.8.3]?
3 – perchè nel calcolo del Vt3 considerate “tau0″=fvk0 e quindi ricavate fvd=tau0/0,7 + 0,4 sigma0? non sarebbe più corretto determinare fvd=tau0 + 0,4 sigma0 visto che tau0 è appunto una resistenza media a taglio e non una resistenza caratteristica?
4 – avete considerato lo spostamento ultimo per rottura a pressoflessione pari a 0,6% dell’altezza come definito nella Circolare al par.C8.7.1.4. Il D.M.2008 invece definisce lo spostamento ultimo per rottura a pressoflessione pari a 0,8% dell’altezza e essendo norma dello stato credo che sia più corretto utilizzare questo limite.
Cosa ne pensate?
Grazie e cordiali saluti
Grazie per il feedback. Rispondo di seguito.
1 – Essendo il calcolo sismico, la combinazione utilizzata è G1 + G2 + q*psiS. Non si utilizzano quindi i coefficienti di combinazione Gamma (normalmente 1,3 e 1,5)
2 – Non si tratta di una verifica e non conosciamo lc. Non conosciamo quali sono le azioni reali sui setti in caso di sisma, perché derivano dalla distribuzione generale dell’azione sismica nell’edificio. Stiamo facendo una valutazione della resistenza dei setti alle varie azioni ed un confronto di resistenze fra prima e dopo. La valutazione della resistenza del setto quindi è considerata in una situazione standard con la sezione interamente reagente.
Sarebbe però corretto effettuare e inserire un ulteriore confronto valutando la forza orizzontale che fa cadere la risultante entro il terzo medio e considerare la minore fra le due. Se costruiamo un grafico forza-spostamento la forza massima corrisponde al momento in qui la risultante è sul terzo medio, dopo diminuisce, il modello di calcolo considera però una bilatera, con una parte lineare inclinata ed una parte orizzontale fino alla rottura.
3 – In caso di analisi statica non lineare la resistenza a taglio puo` essere calcolata ponendo fvd = fvm0 + 0,4 n con fvm0 resistenza media a taglio della muratura (in assenza di determinazione diretta si puo` porre fvmo = fvk0/0,7) e n pressione media. Il valore di fvd non puo` comunque essere maggiore di 2,0 fbk nè maggiore di 2,2 MPa. Vedi 7.8.2.2.2 delle NTC2008.
4 – Anche se la norma recita “può essere assunto 0,8%” e quindi non è obbligatorio è formalmente più corretto considerare 0,8% invece di 0,6%, correggeremo in una prossima versione. Da punto di vista pratico non cambia il risultato, perché in questo caso facciamo il confronto tra due condizioni, iniziale e finale, e il coefficiente e l’altezza del piano sono uguali in ambedue o casi. In realtà la verifica sulla deformazione ultima con le norme attuali che impongono una deformazione massima che non dipende dalle caratteristiche del materiale e del setto, è praticamente inutile.
Grazie per le delucidazioni ma riferendomi al punto 3 non ho ben chiaro una cosa:
3 – a prescindere di come la norma definisca la determinazione di fvd, mi riferivo al fatto che analizzando murature esistenti e in assenza di prove dirette in sito o in laboratorio per determinare fbk e fvm possiamo far riferimento alla “tau0” della Tab. C8A.2.1 che appunto definisce tau0=resistenza media a taglio sulla muratura. E’ quindi più corretto quindi considerare fvm0=tau0 o fvm0=tau0/0,7? In quest’ultimo caso andremmo indirettamente ad assimilare la tau0 ad una resistenza caratteristica.
Grazie di nuovo.
Cordiali Saluti
La definizione di Tau0 nella tabella non è chiara, potrebbe anche essere come dice lei e in tale caso non andrebbe ridotta moltiplicandola per 0,7.
La confusione nasce dal fatto che non è usato il termine fvm0 della normativa, ma Tau0. fvm0 è la resistenza media a taglio di una muratura quando se ne conosca la resistenza fvk, in base alle prove o in base alle relazioni tra resistenza dei blocchi e classe della malta ad esempio. Nella tabella il termine resistenza media di Tau0 potrebbe riferirsi non alla resistenza media all’interno di un setto, ma alla resistenza media della tipologia di muratura, una media della resistenza caratteristica. Ad esempio resistenza media della muratura di mattoni e calce in Italia, variabile all’interno di un minimo ed un massimo. Nell’incertezza abbiamo utilizzato il valore minore, ma si potrebbe interpretare anche come valore intero da non ridurre ulteriormente.
Vorrei ringraziare per l’ ottimo materiale che avete messo a disposizione!
Potrebbero essere banali ma ho due domande, il file mi da scritto sulle caselle i99 e m120 la frase rif.. vedo che però dopo nessuna casella ne risente, come posso rimediare a quei valori? in che caselle mi servono dopo?
grazie della disponibilità
La riga 99 può essere tolta, non serve nel calcolo. Ugualmente per la casella m120, che conteneva una verifica interna durante la fase di test del foglio elettronico; può essere cancellata.
Grazie per la segnalazione.
E’ possibile scegliere autonomamente il tipo di profilato da usare per le colonne del telaio d’irrigidimento?
Se intende come tipo la tipologia, so può scegliere fra HEA, HEB e IPE. Se intende invece la dimensione, questa è calcolata dal programma in funzione della richiesta di rigidezza.
Salve,è possibile che malgrado il programma mi dica che è necessaria cerchiatura io abbia valore di J così piccolo da non trovare un profilo che non risulti sovradimensionato?premetto che la mia bucatura da realizzare è piccola rispetto alla lunghezza della parete.
Si, è possibile nel caso in cui il profilo più piccolo disponibile crei una cerchiatura che aumenta la rigidezza totale più del 15%.
In questo caso provi a cambiare profilo (ad esempio HEA o IPE invece che HEB) o a diminuire il numero di montanti se sono più di 2.
Un’altra possibilità è quella di fare una cerchiatura più alta.
mi riferisco al caso più semplice di unico setto allo stato attuale e 2 allo stato futuro ed essendo alle prime armi non capisco quanto segue:
alla voce quantità nell’Analisi dei carichi della muratura dello stato attuale Non capisco come mai a fronte di un setto lungo 5 m., largo 0,35 e alto 3,00 mi ritrovo un valore di (4,5+0,5)*0,40*2,80 e poi allo stato futuro un valore di (4,1+1)*0.40*2.80 per il setto2 a cui aggiungendo il peso del setto 1 si arriva ad un peso proprio quasi doppio rispetto allo stato attuale pur in presenza di un vuoto? Sicuramente mi sfugge qualcosa (colpa pure dell’età), anche perche non c’è nessun grafico a supporto. Attendo con ansia una vostra delucidazione. grazie
Le quantità inserite nell’analisi dei carichi sono del tutto indicative, perché è evidente che ogni caso è diverso e è necessario inserire i dati effettivi del caso.
Effettivamente nell’esempio i valori inseriti non sono congruenti. In particolare non è congruente la lunghezza della parte caricata del caso di progetto dove dovrebbe essere la lunghezza del setto residuo + metà dell’apertura.
Lo spessore è corretto che sia maggiorato perché comprende anche l’intonaco, che invece è escluso dallo spessore del setto resistente. I valori corretti dovrebbero essere quindi prima 5*0,4*2,8 e dopo 2,5*0,4*2.8.
Buongiorno,
faccio icomplimenti per il lavoro effettuato e messo a disposizione di tutti i professionisti.
LA mia domanda è la seguente: dovendo effettuare un intervento ad un’apertura esistente, abbassando la quota del davanzale, il presente foglio non prevede tale verifica (poichè non si prende in considerazione il contributo del sottodavanzale nella rigidezza della muratura). Attraverso qualche modifica, è comunque possibile utilizzarlo?
DIstinti saluti
In questo caso si considera che la parte di muratura sopra l’architrave e quella sotto il davanzale si deformano nella stessa misura, per taglio per scorrimento orizzontale, sia prima che dopo l’intervento. La differenza quindi è dovuta alla diversa altezza delle parti libere dei maschi murari ai due lati dell’apertura.
La soluzione quindi è di considerare due situazioni, ambedue con lo stesso numero di setti, ove i setti hanno la stessa altezza dell’apertura e quindi avremo una perdita di rigidezza nella situazione di progetto per la maggiore altezza del setto.
Complimenti per il file,
una domanda: nell’ultima versione è stato aggiunto il coefficiente di rigidezza. Cos’è? Come va calcolato?
Nella versione precedente era già impostato pari a 12. Essendo un dato che cambia molto i risultati volevo capire come calcolarlo.
Grazie
Risposta trovata grazie
Rigidezza telaio: sono nella condizione di non poter chiudere il telaio alla base e non ho un cordolo in c.a.. Nel calcolo della rigidezza del telaio posso prendere in considerazione il fatto che esso è spinottato nella muratura laterale? Qualora fosse possibile come posso valutarlo quantitativamente?
Grazie, distinti saluti
Non ho ancora ricevuto risposta al mio commento.
Nel suo caso deve collegare comunque il telaio alla base con profili quali ferri a L od anche ferri piatti che possano essere inseriti nello spessore del pavimento e del massetto e che garantiscano che i due piedritti alla base non possono muoverso tra di loro. In queste condizioni il vincolo alla base della cerchiatura può essere considerato una cerniera e quindi può inserire come tipo di vincolo cerniera-incastro.
Il fatto che il telaio sia spinottato con la muratura non incide sulla rigidezza del telaio in CA, è condizione necessaria per mantenere la congruenza degli spostamenti tra i due diversi materiali ed evitare martellamenti in caso di sisma dovuti al diverso modo di deformarsi.
Confermo il feedback positivo per il vostro lavoro e la vostra disponibilità.
Vi chiedo relativamente alle cerchiature metalliche un parere in merito:
sul vostro foglio di calcolo viene determinato la tipologia di profilato in acciaio in funzione del momento d’inerzia minimo necessario, poi viene determinato il momento ultimo (quindi Mu=ftk*W/gammaM0) e conseguentemente la Fu=2Mu/h (con incastro-incastro) che corrisponde alla Freattiva della cerchiatura.
La norma e i vari orientamenti intrepretativi richiedono di verificare sia la riduzione di rigidezza dovuta all’intervento, il taglio ultimo e lo spostamento ultimo ma anche di verificare le sezioni degli elementi metallici e le unioni secondo i disposti del DM2008.
Questo comporta di verificare:
1- l’architrave sia con le sollecitazioni derivanti dai carichi verticali sia con Med= Fu*h/2 di nodo derivante dal tipo di vincolo con il montante;
2- i montanti devono essere verificati con il Med derivante dalla Fu della cerchiatura quindi Med =Fu*h/2. Però la norma parla di un Mrd=Wplastico*fyk/gammaM0 che è ben diverso dal Mu utilizzato per determinate la Fu. Spesso accade che tale verifica non risulti soddisfatta.
3 – identiche problematiche si hanno per il profilato metallico alla base che dovrebbe garantire l’incastro dei montanti e che deve essere verificato con Mu.
Cosa ne pensate? il ragionamento è corretto oppure è mancante in qualche aspetto?
Cordiali Saluti
Certamente una verifica completa deve anche verificare che le parti in acciaio della cerchiatura siano verificate al momento della rottura del primo dei setti murari.
In generale si considera che l’acciaio abbia un comportamento elastico lineare nel campo di azione delle murature e per le deformazioni massime della muratura.
Il foglio elettronico fa un confronto fra il momento ultimo della sezione e il momento derivante dalla forza corrispondente alla deformazione ultima del pannello.
Il calcolo del momento ultimo è effettuato con il metodo semplificato (metodo elastico vedi 4.2.3.2.NCT2008) previsto per i profilati a caldo con determinate caratteristiche dimensionali (classi 1, 2 3 3), come in effetti sono i profili utilizzati dal foglio elettronico. In queste condizioni si considera ancora un diagramma delle tensioni triangolare con il massimo corrispondente alla tensione di calcolo alla SLU e quindi si possono ancora utilizzare le formule semplificate P/A +- M/W. Nel calcolo sono effettuate alcune semplificazioni quali nessuna verifica di instabilità e verifica a flessione che sono accettabili a patto che i montanti siano ben ammorzati e ancorati alla muratura, normalmente con zanche o perforazioni armate, e che l’architrave sia più lungo dell’apertura e si incastri nella muratura oltre i montanti.
Questo ultimo accorgimento fa anche si che il modello shear-type utilizzato nell’ipotizzare dei vincoli a incastri scorrevole sia molto vicino alla realtà e che il momento di incastro dei montanti sia in buona parte assorbito dalla muratura.
L’architrave quindi non deve essere verificata con Med=Fu*h/2, ma con una frazione di questo momento, + il momento di incastro dovuto ai carichi verticali. In generale, se le dimensioni dell’architrave sono le stesse dei montanti, quest’ultima è molto meno sollecitata.
Naturalmente tutte le connessioni devono essere verificate, a meno che non siano realizzate tutte saldature a completa penetrazione, il che è raccomandabile.
Se i montanti non sono ancorati in un profilo di base, ma, come spesso succede, nel cordolo in CA del solaio, allora deve essere verificato il collegamento acciaio-calcestruzzo.
Buongiorno e complimenti per il file molto utile.
Una domanda: potrebbe chiarire meglio cosa è corretto inserire nella colonna “quantità” all’interno dell’analisi dei carichi?
Grazie anticipatamente per la risposta.
La quantità dipende dall’unità di misura del carico applicato. Per i solaio, dove il carico unitario è DaN/m2, si tratta della superficie di solaio gravante sul setto. Per le murature superiori, dove l’unità di carico è DaN/m3 deve essere inserito il volume di muratura. Se il peso unitario della muratura fosse a m2 di parete, allora dovrebbero essere inseriti i m2 di parete e quindi una superficie anche in questo caso.
Buongiorno, porgo i miei complimenti per il prezioso foglio di calcolo.
La mia domanda è: la variazione di +/- 15% è scritta nelle NTC2008 o nella Circolare?
Oppure è un valore indicativo? Grazie per l’attenzione
Il punto C8.4.3 della circolare riporta, tra l’altro, …. Infine, interventi di variazione della configurazione di un elemento strutturale, attraverso la sua sostituzione o un rafforzamento localizzato (ad esempio l’apertura di un vano in una parete muraria, accompagnata da opportuni rinforzi) possono rientrare in questa categoria solo a condizione che si dimostri che la rigidezza dell’elemento variato non cambi significativamente e che la resistenza e la capacità di deformazione, anche in campo plastico, non peggiorino ai fini del comportamento rispetto alle azioni orizzontali….
La regione Toscana nelle raccomandazioni sulle strutture murarie in elevazione del 3/10/2012 propone che l’intervallo di variazione della rigidezza possa essere orientativamente +-15%. I valori di intervallo sono comunque modificabili.
La ringrazio per la risposta.
Mirko
complimenti per il lavoro svolto, è davvero utile!
ho solo bisogno di una conferma in quanto sto iniziando a usare il programma in un caso abbastanza semplice: ho un allargamento di una porta in un muro portante. la situazione prima è di 3 setti, quella dopo ugualmente di 3, cambiano solo le dimensioni dei setti vero? grazie!
Si, mi immagino che una porta sia spostata o ampliata. Potrebbe anche risultare che la cerchiatura non è necessaria.
Ho notato che aumentando il coefficiente di incastro n, la rigidezza K diminuisce, mentre nella formula della rigidezza del maschio murario un aumento del coeff. n dovrebbe correttamente portare ad un aumento della rigidezza. Vi risulta?
Il coefficiente di incastro nel foglio elettronico non deve essere modificato, è un valore che è modificato automaticamente in funzione del tipo di vincolo del setto (incastro o mensola) e vale 1 per l’incastro e 4 per la mensola. Se guarda nella formula della rigidezza del setto, è al denominatore, per cui la rigidezza diminuisce all’aumento del coefficiente
Grazie mille per questo bellissimo foglio di calcolo ma, se non è troppo, la relazione tipo di cui si parla nell’area download?
Dovrebbe essere nella cartella contenente i fogli elettronici, è un documento .doc.
Inoltre la invito a utilizzare iT-cerchiature nell’area . Questa applicazione web genera automaticamente anche la relazione in diversi formati.
Scusate ma ho dimenticato di chiedere un’ulteriore informazione, sapete se la regione Lombardia ha imposto un intervallo di variazione della rigidezza delle murature come fatto dalla regione Toscana?? Grazie per l’eventuale risposta.
Non so se la Regione Lombardia abbia rilasciato indicazioni in questo senso. Se non lo ha fatto una differenza di + o – 15 % è ragionevolmente in linea con le indicazioni della normativa. Se vuole stare dalla parte della sicurezza riduca il range a + o – 10%
Salve sto utilizzando per la prima volta il vostro foglio elettronico e volevo una delucidazione su alcuni aspetti:
1) in merito al parametro gm (coefficiente di riduzione), nella prassi corrente quale valore viene maggiormente utilizzato, 1 o 2?
2)perchè nel riepilogo, alcuni risultati sono in colore rosso anche se risultano verificati?
3)Nel campo: Forza reattiva totale Fr” il programma somma la Forza reattiva muratura F* con Forza reattiva telaio Ft, e verifica che sia maggiore di F’=F* che però risulta essere uno dei due addendi…quindi risulta sempre soddisfatto?
Grazie e buon lavoro.
1- Gamma M dipende da diversi fattori, ma in questo caso, trattandosi di un calcolo non lineare sismico ė sempre 1
2- Il colore indica i risultati importanti. La verifica ė indicata dal testo.
3- Il confronto ė effettuato fra la forza di progetto, formata da muratura e acciaio, e quella attuale, con solo muratura. Queta ė appunto la verifica principale sulla quale si basa il calcolo della cerchiatura.
Buon giorno, come da voi suggerito ieri ho provato ad usare la versione on-line del foglio di calcolo, il problema è che continua a darmi il segnale di errore:
– “Error while performing Ajax request: No xlm response received — Check server logs.” e, di conseguenza non calcola la rigidezza dei setti, ne allo stato attuale ne di progetto.
-E’ possibile utilizzare il foglio on line per situazioni in cui si ha un setto iniziale e due finali?
– Per quanto concerne i carichi trasmessi al setto in esame è corretto fare quanto segue? Supponiamo di avere al di sopra del setto in esame un solaio intermedio, un setto e un solaio di copertura, il carico trasmesso da questi al setto in esame sarà dato rispettivamente da: SOLAIO DI COPERTURA : X (daN/mq) * Area di influenza; SETTO: X daN/mc * (s*b*h); SOLAIO INTERMEDIO : X (daN/mq) * Area di influenza.So che La risposta dovrebbe essere scontata, ma quando un software non gira sorgono parecchi dubbi.
L’indicazione “Error while performing Ajax request: No xlm response received — Check server logs.” normalmente avviene quango rimane una riga quota oppure si accede ad una diversa finestra senza prima accettare il dato che stiamo inserendo, ma dovrebbe comunque prendere il dato, a meno che non si cerchi di terminare la sequenza dei setti con una apertura.
iT-cerchiature può essere utilizzato per una qualsiasi combinazione di setti e aperture iniziali e finali. Il veglio elettronico invece è stato predisposto solo per alcuni casi, tra i quali anche quello con un setto iniziale e due finali.
Nel caso da lei esposto va tutto bene, tenga conto che il conteggio è fatto su un metro lineare di setto o di apertura, per cui per i solai e i tetti è sufficiente indicare la lunghezza dell’area di influenza, esempio metà della lunghezza del solaio, essendo l’altro dato sempre unitario.
Deve aggiungere anche il volume della muratura dei setti dei piani superiori, normalmente lo spessore del muro per l’altezza (anche qui l’altro dato è unitario). Prima deve inserire anche un tipo di carico per il peso proprio della muratura.
In caso di problemi condivida il lavoro con supporto@interstudio.net (dalla lista dei lavori con l’apposita icona di condivisione).
Ho visto il file condiviso e le rigidezze dei setti attuali e di progetto sono calcolate e visibili. Risulta 0 la differenza perché le due situazioni risultano uguali nelle dimensioni dei setti.
La differenza è che nel progetto una porta è trasformata in finestra. iT-cerchiature non tiene conto direttamente di questa situazione, che però può essere simulata riducendo l’altezza dell’ultimo setto della misura del davanzale. In questo modo è considerata indeformabile la parte bassa. Se vuole tenere conto anche della deformazione residua a taglio della parte bassa può aumentare l’altezza del setto in base all’altezza, un modo empirico utilizzato in pratica in alcuni programmi di calcolo strutturale è di aumentarla dello valore lunghezza setto * tan(30). Il disegno non è corretto perché iT-cerhiature allinea graficamente i setti in basso, ma il calcolo è effettuato considerando la congruenza dei movimenti della parte alta.
In ogni caso ottiene una rigidezza di progetto superiore alla rigidezza attuale e quindi la cerchiatura non è necessaria.
Perfetto ho capito. Vi ringrazio per la gentilezza, la chiarezza e la velocità nelle risposte, ma ho un altro dubbio: come si evince dal file condiviso si ha una riduzione della forza orizzontale ultima del setto, questo è accettabile? o è necessario l’inserimento di una cerchiatura al fine di eliminare questa divergenza?
Se si ha una riduzione della forza orizzontale si può provare a cambiare l’intervallo di ricerca della cerchiatura, in modo da accettare anche un aumento ri rigidezza non maggiore del 15%, ad esempio mettendo un intervallo di validità di +5 – + 15 % invece di -15 + 15 %. In alternativa si può intervenire sul setto migliorandone le caratteristiche meccaniche, ad esempio con una placcatura (intonaco armato).
buona sera, ringraziandovi per la celerità e gentilezza nelle risposte, chiedo un’ultima cosa. Come si può evincere dal file condiviso si può notare che, nonostante la variazione della rigidezza sia compresa tra i valori -15% ; 15%, si ha una riduzione della resistenza ultima della muratura a seguito dell’intervento. E’ corretto affermare che non risulta necessario eseguire la cerchiatura?
Si, è corretto. Metteremo presto un nuovo aggiornamento dell’applicazione WEB iT-cerchiature dove questi casi saranno descritti in modo chiaro nella relazione.
Buongiorno
Complimenti per il foglio di calcolo.
Ho qualche dubbio sull’analisi dei carichi sui vari setti ad esempio nel foglio xls 6/7 setti avete considerato un edificio di tre piani con intervento al piano terra? è per questo che nei carichi a volte sono inseriti 1° 2° e 3° livello ? mentre in corrispondenza di un’apertura al piano terra coincidente con aperture al piano primo secondo e terzo i carichi sono dovuti solo a solaio soffitta e copertura ?.
Nel mio caso ho un edificio di tre piani fuori terra, l’intervento è al primo piano su cui di tre aperture una la chiudo, una la sposta e la terza la ingrandisco, se al piano superiore (ed ultimo) ho un’apertura coincidente allora devo considerare solo i carichi di copertura? mentre se al piano sup. non c’è apertura devo considerare anche muratura 3° livello ? e infine se non c’è coincidenza delle aperture ai vari livelli come mi comporto nel calcolo del numero di setti ?
Grazie
Il foglio di calcolo con 6 e 7 setti è un edificio con un numero di piani diversi.
Per quanto riguarda i carichi, per ogni setto devono essere inseriti i carichi che vanno da metà dell’apertura precedente a metà dell’apertura successiva, fino al tetto.
Il numero dei setti da considerare è quello del piano dove si opera. Eventualmente si può tenere conto di quello che c’è sopra nel determinare il tipo di vincolo del setto, muri, solai e tetto.
Se ad esempio sopra il setto non c’è niente, va considerato a mensola invece che a doppio incastro scorrevole.
Nel caso di setti in falso, vale a dire che al piano sottostante non hanno altri setti, poggiano su una trave, non vanno considerati ai fini della rigidezza complessiva e della resistenza.
Salve,
una volta effettuato il calcolo della cerchiature come posso calcolarmi le connessioni bullonate fra piedritto e architrave non avendo la possibilità di saldare il tutto?
Come posso fare la verifica del telaio stesso? se non erro in questo foglio verifico il ripristino della rigidezza della muratura ma non il telaio?
Alla base ho un cordolo in CA ma vorrei comunque creare un portale chiuso con un piatto in acciaio? In questo caso posso inserire come vincolo ii?
Non riesco ad accedere alla versione on-line, mi dice sempre che è al massimo consentito un utente, ma io ho solo quella pagina li e non ho nessun progetto aperto? come posso risolvere?
Le azioni alla base per il calcolo del collegamento al cordolo in CA possono essere calcolate dalla forza reattiva del telaio Ft.
T = Ft/numero profilati
M = T*h/2
Per considerare il vincolo ii è necessario che la rigidezza del cordolo sia simile a quella dei profili in acciaio, dipende quindi dalla dimensione del cordolo e se questo prosegue sotto il muro, in modo da considerarlo incastrato.
Altrimenti è meglio considerare un semi-incastro e in questo caso il momento alla base è dimezzato, T*h/4, mentre quello in testa è T*h*3/4.
Se accedendo alla versione on-line le dice che è consentito n solo utente, normalmente significa che la sessione di lavoro è rimasta aperta. Potrebbe essere stata aperta da un altro computer o da un diverso browser internet. Il sistema comunque chiude la sessione automaticamente dopo 1 ora di non uso e quindi è sufficiente riaccendere dopo un’ora.
Sarebbe bene sempre uscire da interstudio Tools con logout quando il lavoro è terminato.
Mi riallaccio al commento precedente chiedendo chiarimenti relativamente al calcolo dei nodi: se il portale è incastrato alla base e al nodo sup. (condizioni ii) i valori di calcolo dei collegamenti dovrebbero essere diversi da quanto da Voi indicato, o no? Inoltre alcuni autori ritengono che i collegamenti dovrebbero essere calcolati in gerarchia, tenendo conto della sovraresistenza rispetto ai profili, quale è la Vs. opinione dato che così facendo i collegamenti diventano quasi irrealizzabili con le normali tipologie imbullonate.
Vi ringrazio per la gentile collaborazione e disponibilità.
E’ necessario distinguere se stiamo facendo un calcolo di verifica, come potrebbe essere un progetto di adeguamento, oppure una verifica locale, dove invece l’obiettivo non è verificare i setti alle azioni sismiche, ma non modificare troppo lo schema strutturale dell’edificio (+-15 variazione di rigidezza) e garantire che non ci sia un peggioramento della situazione locale.
Il foglio elettronico delle cerchiature è utilizzato per verifiche locali, dove semplicemente ci preoccupiamo di non peggiorare la situazione. In questa situazione il collegamento deve garantire un contributo del telaio tale da migliorare la resistenza complessiva e la rigidezza prima del collasso delle murature
Nel caso in cui inseriamo dei rinforzi in acciaio in una struttura per migliorare la resistenza generale e verificare globalmente l’edificio, come è possibile ad esempio con il nostro programma DomusWall, le considerazioni potrebbero essere diverse e potrebbe avere senso parlare di gerarchia delle resistenze. Dobbiamo però considerare che non stiamo calcolando un edificio in acciaio, ma un edificio in muratura con rinforzi in acciaio, dove l’elemento debole, fragile e critico è il setto murario. In queste condizioni la gerarchia delle resistenze deve essere fatta nei confronti dei setti murari, vale a dire il collegamento non deve mai cedere prima del collasso di tutti i setti murari, dopo di che non ha nessun senso sapere se cede prima il collegamento o il profilo, perché a quel punto l’edificio è già crollato. A volte alcuni autori interpretano la normativa spulciando articoli, verbi e aggettivi per scoprire il significato da interpretare; dal mio punto di vista l’interpretazione deve essere tecnica e ingegneristica, considerando il significato fisico applicato alle situazioni concrete.
Per quanto riguarda i valori per incastro-incastro, considerando il modello shear-type con il doppio carrello incastrato, i relazioni sono quelle indicate nella risposta precedente, ma con una correzione, il momento non è Ft*h/2, ma T*h/2, grazie per la segnalazione, ho corretto il post precedente. L’azione tagliante è l’azione totale diviso il numero dei profili e il momento totale che ne deriva (T*h) è assorbito dai due incastri metà ognuno, T*h/2 sia alla base che in testa. Nel caso di cerniera-incastro è 0 alla base e T*h in testa e con semincastro-incastro la situazione è intermedia, T*h/4 alla base e T*h*3/4 in testa. In ogni caso la somma dei momenti alla base e in testa deve sempre essere T*h.
Grazie per la risposta esaustiva.
Chiedo infine un ulteriore chiarimento: per la chiusura inferiore di una cerchiatura in acciaio (caso di apertura di porta al piano terra) è corretto utilizzare un profilo in acciaio di resistenza/rigidezza equivalente ai montanti della cerchiatura? In questo modo si realizza sostanzialmente un rettangolo costituito da travi in acciaio che ripristinano la rigidezza del setto murario demolito ed è sufficiente ancorarlo ai setti murari adiacenti senza collegarlo rigidamente alle fondazioni, è corretto utilizzare questa tecnica? Grazie e cordiali saluti.
La cerchiatura normalmente, quando è possibile, è completata in basso con un profilo uguale ai montanti.
Un esempio dove non è stato possibile è il seguente: , da considerare vincolata a mensola-incastro.
Non è sufficiente collegare solo ai setti adiacenti. Devono comunque essere collegate le basi tra loro, oppure ad un cordolo inferiore per garantire almeno il comportamento a cerniera non scorrevole. In casi misti può essere considerato un comportamento semi-incastro alla base.
salve vorrei capire se la larghezza dell’apertura (e quindi di contro la larghezza dei maschi) la devo considerare comprensiva dell’ingombro del telaio da inserire e conseguentemente operare per iterazioni?
L’apertura da inserire tra i setti deve essere quella priva della muratura, a meno che i rinforzi non siano a lato invece che inglobati. Tenga inoltre che in sistemi multisetto con più aperture non è necessario inserire una cerchiatura ogni apertura, ma è possibile inserire una sola cerchiatura che compensi tutte le modifiche. Normalmente è sufficiente una sola iterazione perché una modifica di pochi cm non porta normalmente ad un diverso profilo.
L’apertura da inserire nella cerchiatura deve invece essere quella netta, interna.
Complimenti per il lavoro fatto e la disponibilita alle delucitazioni.
Premesso che dalla lettura delle varie risposte e dall’analisi del foglio di calcolo, ho capito corregetemi se sbaglio, che ha come obbiettivo, nell’ambito delle verifiche locali delle aperture, di verificare l’accettabile variazione di rigidezza fra le due situazioni, vi chiedo il concentrare la rigidezza richiesta nella cerchiatura in una sola apertura come riportato nella risposta del 11/01/2014 effettuando l’altra apertura senza cerchiatura, o considerare il caricho sull’architave solo quello relativo del triangolo equilatero opprossimabile a un rettangolo ( suppondo con base dell’ architrave e altezza fino all’interpiano) rende l’intervento ingegneristicamente fattibile, o dovremmo accompagnarlo ad una verifica dei maschi rimanente con sollecitazioni incrementate dagli effetti archi dei carichi non scaricati sulle architravi e quindi portati dai piedritti pressoinflessi.
Il carico assimilato ad un rettangolo è una approssimazione per eccesso del classico carico a triangolo, che tiene conto dell’effetto arco. Nel foglio elettronico l’analisi dei carichi è fatta dal progettista e deve tenere conto di tutti i carichi che gravano sui setti, normalmente comprendenti anche le parti che gravano sulle aperture. Non si deve confondere il carico sull’architrave, ai fini della verifica dell’architrave, dove si tiene conto dell’effetto arco, dai carichi sui setti, che devono essere considerati fino al tetto, anche per le parti che sono sopra l’architrave. Nel programma iT-cerchiature questa operazione è fatta direttamente dall’applicazione in funzione dell’analisi dei carichi, nel foglio elettronico è il progettista che nell’inserire l’analisi dei carichi setto per setto deve includere anche la parte fino a metà apertura.
I fatto che ci sia una sola cerchiatura o più cerchiature in un sistema di setti non influisce sull’analisi dei carichi, che deve essere fatta come descritto sopra.
Complimenti per il foglio, nelle nuove versioni ancor meglio di prima!
Volevo domandarvi se ritenete più giusto considerare la larghezza dell’apertura effettiva, oppure incrementata dell’altezza dei profilati della cerchiatura ai lati. Quindi apertura + grande e setti più stretti, con considerevole aggravio dei risultati. Praticamente considerare la parte occupata dai piedritti come setto o apertura?
Grazie.
I setti devono essere quelli effettivi, senza i profilati, quindi l’apertura nei setti è data dall’apertura netta più l’ingombro dei profilati.
L’apertura per il calcolo della cerchiatura è invece quella netta, all’interno dei profilati.
Nel foglio elettronico sembra che il dato relativo alla larghezza dell’apertura non influisca sui risultati, solo l’altezza dell’apertura influisce. I dati reltivi alla larghezza li ricava dai dati dei setti. Quindi secondo quanto detto sopra, si deve considerare la situazione più gravosa, con larghezza apertura incrementata dell’altezza dei profilati!?
Grazie.
Il dato relativo alla larghezza dell’apertura inserita per la cerchiatura incide solo sul calcolo dell’architrave, perché il modello di calcolo della cerchiatura è comunque del tipo shear type, con l’architrave rigida.
E’ vero che il setto vero e proprio di muratura partirebbe oltre il profilato (ipotesi più onerosa), però penso che nella realtà, visto che è tutto collegato, entri in gioco una porzione di setto maggiore, forse prendere la larghezza fino a metà profilato sarebbe l’ipotesi più vera.
Cosa ne pensate?
Grazie.
Si devono valutare i casi. In alcuni casi, per murature spesse, si inseriscono due cerchiature nelle parti esterne della muratura, che quindi prosegue anche nella parte inclusa tra le due cerchiature, in questi caso un valore medio può essere corretto.
Negli altri casi è vero che gli elementi sono tra loro collegati, ad esempio la cerchiatura può essere collegata alla muratura con barre saldate ai profilati e inserite nella muratura con resine, per cui c’è un comportamento complessivo con una rigidezza che è maggiore della somma delle rigidezze separate, ma è una collaborazione difficile da valutare.
Per esperienza diretta e per quanto ci riferiscono diversi utenti, vari uffici del Genio Civile richiedono di considerare la lunghezza effettiva dei setti, esclusi i profilati.
Salve
grazie per l’ottimo materiale e per la chiarezza.
Sto utilizzando iT-cerchiature v1.1.3 online Premium per risolvere una cerchiatura in 4 setti.
Si tratta di una parete non portante che sta a 1,40 cm dalla parete portante vera e propria, quindi la considero un po’ collaborante quantomeno come vincolo. Avete suggerimenti su come inserire questo dato nell’analisi dei carichi? Metto a 0 l’apporto di carico dei solai, o no?
Grazie in anticipo
Se si tratta di un tamponamento non dovrebbe essere necessaria la cerchiatura perché non è considerato parte del sistema strutturale antisismico.
Se invece si tratta di una muratura strutturale con carico assente o quasi, è necessario assegnare un po’ di carico, perché con le norme attuali la muratura senza carico praticamente non è mai verificata. Potrebbe essere, ad esempio, il carico corrispondente alla fila di pignatte gravante sul muro o una frazione del carico del solaio.
La risposta è chiarissima, come nel vostro stile.
In effetti è un tamponamento ma mi resta il dubbio che una parete del genere ancorché non portante abbia un apporto antisismico che non posso trascurare sotto sforzo sismico/orizzontale. Se di 5 metri di parete io ne tolgo 3, un po’ incide. Da qui la necessità di irrigidire i setti rimanenti, ma posso valutare altro dalla cerchiatura.
Grazie della dritta, ci rifletto.
Buongiorno,
nel caso di un’apertura finestra, quindi da 1 setto si passa a 2 setti, di che altezza si devono considerare?
Nella situazione attuale ho 1 setto alto 3,00m e nella situazione di progetto 2 alti 1,40m pari all’altezza della finestra?
Grazie
I due setti rimangono dell’altezza del setto originario, altrimenti si avrebbe l’assurdo che la situazione con l’apertura potrebbe avere una rigidezza superiore a quella originaria senza apertura. Questo è quello che succede spesso con i metodi di calcolo basati sul cosiddetto telaio equivalente, dove i nodi di incontro tra le fasce di piano e i setti sono considerati, erroneamente, infinitamente rigidi.
Vedi https://news.interstudio.net/2014/02/20/metodi-di-calcolo-per-le-murature/
Buongiorno.
Ho recentemente scaricato il vostro foglio di calcolo e lo trovo assai ben fatto.
Ho comunque alcuni dubbi che vado di seguito ad illustrare.
1 – Da discussione avuta con tecnico del Genio Civile mi è stato detto di non dividere i valori di E/2 e G/2 (valori fessurati) per il fattore di confidenza FC, al contrario di quanto riportato nel foglio di calcolo; qual’è la giusta procedura?
2 – Nel calcolo di Vt3, nell’ipotesi di verifica iniziale “se test” perché il numeratore è moltiplicato per l’altezza h del setto? E’ giusto che per bassi valori della pressione verticale sigma0 risulti sempre verificata l’ipotesi “se vero” e dunque il valore di Vt3 sia sempre molto piccolo rispetto a Vt1 e Vt2?
3 – Nella verifica allo SLU dell’architrave che coefficiente devo usare per Q? 1.5 o altro?
4 – Nel caso che tra lo stato ante-intervento e quello post-intervento il setto di lunghezza minore rimanga dimensionalmente invariato, lo spostamento ultimo sarà dunque il medesimo tra i due stati. Non avendo miglioramento, la verifica rientra in campo normativo?
Attendo Vostre cortesi delucidazioni.
Grazie.
1- E’ più corretto utilizzare FC = 1. Utilizzando FC = 1.35 otteniamo una sottostima della forza ultima con una maggiore influenza della resistenza della cerchiatura rispetto ai setti murari. Non stiamo facendo una verifica, ma un confronto tra due situazioni e quindi è corretto prender i valori più vicini alla realtà, sia per le resistenze che per le rigidezze.
2- L’altezza del setto influenza il momento dovuto alla forza di taglio e quindi la parzializzazione della sezione. La parzializzazione dipende anche dal carico. Considerando che soltanto la parte compressa è considerata resistente al taglio, con pressioni basse la resistenza è bassa, perché basta una piccola forza ultima per parzializzare la sezione
3- Per lo SLU dell’architrave la combinazione è quella principale, senza azione sismica e quindi Q deve essere moltiplicato per 1,5
4- In effetti con le norme attuali questa verifica ha poco senso, perché non dipende nemmeno dalle dimensioni del setto, ma solo dal tipo di rottura, per flessione o per taglio. Solo quando cambia meccanismo di rottura tra attuale e modificato cambia anche lo spostamento ultimo.
Ho scaricato oggi la nuova versione del foglio di calcolo (2.1.9). Ho notato che la formula per il calcolo di Vt3 è cambiata rispetto a quella del foglio precedente (2.1.8). Mi potreste spiegare brevemente come si ricava a livello teorico? Eventualmente dove è citata in normativa?
Grazie nuovamente.
La formula non è espressamente citata in normativa in questa forma, deriva naturalmente dalla formula generale per la verifica a taglio.
Questa formula determina la forza ultima a taglio del setto, che dipende dalla parzializzazione della sezione e quindi dal momento flettente e dalla pressione.
Il momento flettente a sua volta dipende dalla forza ultima di taglio applicata in testa al setto, che crea un momento flettente in base all’altezza del setto.
Aumentando progressivamente la forza in testa aumenta il momento flettente e quindi l’eccentricità, fino al punto in cui la forza reattiva a taglio della sezione parzializzata è inferiore alla forza applicata. Dall’equilibrio di questa posizione limite discende la formula utilizzata nel foglio elettronico.
Sto utilizzando il Vs utilissimo foglio di calcolo. Ma non riesco a capire perchè il calcolo della forza F’ si riferisce al minimo tra il valore “d” del singolo setto ed il minimo di tutti i valori “du” dei setti e non consideri invece direttamente il minimo tra i minimi di tutti i valori di “d” e “du”, considerando che tutti i setti si dovranno muovere per lo stesso spostamento.
Il confronto serve a verificare se, al collasso della parete, il setto si trovi in campo elastico o plastico. Se si trova in campo plastico F’ è la forza ultima del setto, altrimenti quella corrispondente, in campo elastico, allo spostamento ultimo del sistema.
d rappresenta la deformazione al limite elastico, se du
buongiorno!…in primi complimenti per i fogli di calcolo utili e veloci…premesso che i valori da inserire devono essere quelli da progetto mi è sorto un dubbio..inerente alla definizione dei parametri fm(N/cm2)=10, to(N/cm2)=0.2,E(N/cm2)=8700,G(N/cm2)=2900,w(N/m3)=1900…mentre nelle tabelle fornite dalle ntc e relativa circolare sono fm(N/cm2)=100, to(N/cm2)=2,E(N/mm2)=870,G(N/mm2)=290,w(kN/m3)=19…come potete vedere le proporzioni da voi fornite sono un pò sbagliate…a meno che le unità di misura che fornite, scritte a lato, non siano affidabili…mi pare strano che nessuno le abbia viste…la mia domanda quindi è…dove sta l’errore??grazie
Le unità di misura sono diverse. Nel foglio elettronico tutti i valori sono espressi in DaN (praticamente i vecchi Kg). Inoltre i valori devono essere valutati ogni volta dal tecnico, quelli nel foglio sono indicativi.
Dovendo procedere alla realizzazione di un’apertura in una parete in c.a. , non avendo avuto modo di approfondire il foglio di calcolo proposto, chiedo, cortesemente, di confermarmi se detto foglio è utilizzabile anche per il mio caso (parete in c.a.) oppure solo per pareti in muratura. Grazie
Per quanto riguarda la verifica delle forze ultime il foglio di calcolo considera le murature. La parte relativa alle rigidezze, che serve a verificare quale telaio compensa la rigidezza mancante, va bene anche per una parete in calcestruzzo. Il problema in questo caso è che partendo da una situazione iniziale con un alto valore di rigidezza, la compensazione con un telaio porta a profili molto grandi, anche con difficoltà realizzative.
Ho utilizzato il vostro foglio di calcolo, nelle cerchiature ho sempre seguito la regola che l’architrave debba avere almeno la stessa rigidezza dei piedritti, è corretto o no? In tal caso non dovrebbe essere permesso l’utilizzo di architravi di dimensioni minori rispetto ai piedritti. Sbaglio? Ringraziando anticipatamente per la risposta, porgo cordiali saluti.
La rigidezza del traverso non dipende solo dal profilato metallico, ma anche dalla fascia di muratura sopra di esso. inoltre il traverso normalmente è più lungo della cerchiatura creando in questo modo un incastro nei setti laterali.
Deve essere fatta quindi una valutazione della situazione complessiva e, se ritenuto necessario, potrebbe essere corretto considerare per i piedritti il semi-incastro. E’ comunque il progettista che deve decidere quale è la situazione più vicina alla realtà.
Ho utilizzato il vostro foglio di calcolo e mi sorgono due dubbi:
– Il traverso non deve avere rigidezza infinita rispetto ai piedritti per rispettare lo schema statico utilizzato? La sezione dell’architrave non dovrebbe essere almeno quella dei pilastrini? Se sì perchè è permesso di utilizzare un profilato di sezione minore per l’architrave?
– La riduzione della resistenza e dei moduli elastici con il fattore FC a mio parere non è corretta, il capitolo C8A.1.A.4 della circolare esplicativa delle NTC08 spiega quali valori devono essere utilizzati rispetto alla tabella C8A.2.1. e non devono essere ridotti di FC
Per quanto riguarda il traverso ho già risposto nella nota precedente. Comunque la rigidezza infinita chiaramente non esiste, dobbiamo considerare se la fascia di piano, compreso l’architrave, rappresenta una situazione più vicina all’incastro. al semincastro o alla cerniera.
Per quanto riguarda FC, i valori di resistenza e di rigidezza non devono essere ridotti, questa è ormai la direzione presa anche dalla maggior parte degli uffici del Genio Civile. Il motivo è che non stiamo facendo una verifica di resistenza, ma un confronto tra due situazioni senza conoscere quali sarebbero le azioni sismiche realmente in gioco in caso di terremoto. Nel foglio elettronico è sufficiente porre 1 nella casella di FC.
potete per favore descrivere e pubblicare le fonti dietro al teoria della formula Vt3? mentre l’ultimo termine preso dalla normativa (formula 7.8.3 del NTC) non mi è chiara la parte della formula nel caso la risultante dello sforzo sia al di fuori del terzo medio (sezione parzializzata).
grazie e complimenti per il foglio di calcolo.
La formula Vt3 deriva da un sistema di equazioni di equilibrio in partenza semplici.
Aumentando progressivamente la forza in testa aumenta il momento flettente e quindi l’eccentricità, fino al punto in cui la forza reattiva a taglio della sezione parzializzata è inferiore alla forza applicata. Dall’equilibrio di questa posizione limite discende la formula utilizzata nel foglio elettronico.
Salve, devo calcolare la cerchiatura per una porta che allargo di 70 cm. La situazione iniziale è di 3 setti e quella finale rimane di 3 setti. Quale foglio di calcolo devo utilizzare??? E’ corretto utilizzare quello con 6 setti iniziale e 7 finale e cancellare i setti in più fino ad arrivare alla condizione di 3 iniziali e 3 finali?? grazie per la risposta
Probabilmente è la soluzione migliore. L’alternativa è di aggiungere un setto alla versione con 2 setti iniziali e 2 finali, ma in questo caso è più probabile inserire degli errori nell’indirizzo delle celle.
Controlli comunque alla fine delle cancellazioni che gli indirizzi dele celle siano corretti.
Buongiorno, vorrei chiedervi come mai nella verifica dell’architrave il calcolo del carico della muratura nella verifica SLE è effettuato con i carchi del solaio del I livello mentre nella verifica del SLU con i carichi del solaio del II livello? e lo spessore della muratura è indicato in 35 cm mentre nelle formule si ritrova il valore 0,4?
grazie
Per quanto riguarda il calcolo dell’architrave i valori dei carichi devono essere inseriti direttamente, non tramite l’analisi dei carichi sui setti utilizzato per il calcolo della cerchiatura.
Il motivo è che, normalmente, per l’architrave si considera l’effetto arco e quindi si prende in considerazione una parte del carico sopra l’architrave.
Un modo di considerare l’effetto arco è quello di considerare i carichi agenti su un triangolo isoscele con l’altezza uguale alla base. Nell’esempio, per semplificare, è stato considerato un quadrato.
Lo spessore è 0,4 perché per la resistenza si fa riferimento alla parte resistente, priva dell’intonaco, mentre per il peso si considera il muro intonacato.
Deve quindi considerare i carichi agenti nelle due combinazioni SLE e SLU e inserirle nelle relative caselle.
Scusatemi, vorrei una delucidazione sul metodo di calcolo di Vt3, ovvero della forza di taglio relativa al meccanismo di scorrimento. Avete scritto che vi riferite al punto 7.8.2.2.2 delle NTC, dove si fa riferimento alla lunghezza l’ della parte compressa di muratura.
Domande:
1) Nel file excel ho trovato che si distingue correttamente tra il caso in cui el/6. Finchè el/6 allora viene utilizzata una formula che non capisco come sia stata ottenuta.
Vt3=(3 * N * l * Fvkb + 0,4 * N^2 * 2)/(2 * N + 3 * Fvkb * h * coeff.)
dove
Fvkb = t * td/0,7
coeff. = 1 per inc. e 2 per mensola
Da dove viene questa formula?
2) Al posto di fvk0 viene utilizzato td = tau_0/(gamma_m * FC * coeff.correttivo).
Infatti secondo il punto 7.8.2.2.2 delle NTC: fvd = fvm0 + 0,4 sigma_n = fvk0/0,7 + 0,4 sigma_n
mentre nell’excel è stato utilizzato: fvd = td/0,7 + 0,4 sigma_n
Secondo voi quindi td (che di solito è indicato come tau_0d) è la stessa cosa di fvk0?
Secondo me invece tau_0 è la stessa cosa di fvm0, quindi: fvd = tau_0 + 0,4 sigma_n
Dove tau_0 è direttamente quello della tabella C8A.2.1, senza dividerlo per nessun coefficiente.
Per quanto riguarda il calcolo Vt3 riporto di seguito la spiegazione riportata in un’altra risposta riguardante il foglio elettronico delle cerchiature in CA, per cui le caselle probabilmente non corrispondono a quelle delle cerchiature in acciaio, ma il concetto è lo stesso.
La prima parte del confronto è l’eccentricità dovuta alla massima azione della resistenza a taglio in testa al setto in caso di sezione interamente reagente.
B44*C44*($C$27/0,7+0,4*G44) è la forza massima a taglio per la sezione interamente reagente
B44*C44*($C$27/0,7+0,4*G44)*D44/O4 è il momento dovuto a tale forza
B44*C44*($C$27/0,7+0,4*G44)*D44/O44/I40 è l’eccentricità
Se l’eccentricità è minore di 1/6 il taglio per scorrimento Vt3 (par. 7.8.2.2.2) è il massimo per sezione interamente reagente.
In caso contrario la relazione riportata nel foglio elettronico deriva dalla soluzione un sistema di 2 equazioni di equilibrio dove la forza di taglio applicata è uguale alla forza reattiva della sezione parzializzata.
Aumentando progressivamente la forza in testa aumenta il momento flettente e quindi l’eccentricità, fino al punto in cui la forza reattiva a taglio della sezione parzializzata è inferiore alla forza applicata. Dall’equilibrio di questa posizione limite discende appunto la formula utilizzata nel foglio elettronico.
Per quanto riguarda Fvk0, essendo un calcolo sismico in campo non lineare il coefficiente gamma emme del materiale è sempre 1, per tutti i tipi di resistenza.
Inoltre trattandosi di un confronto tra due situazioni prima e dopo è ormai appurato ed accettato anche nei vari uffici del Genio Civile che si deve utilizzare un FC unitario. Utilizzare un valore maggiore porta infatti ad una sottostima della cerchiatura. Nel foglio elettronico quindi questi due valori devono essere posti = 1.
Nell’applicazione WEB iT-cerchiature, disponibile in Interstudio Tools, questa operazione è effettuata automaticamente, nel foglio elettronico è l’utente che ha il controllo della situazione e deve quindi inserire i valori appropriati.
Per quanto riguarda il coefficiente correttivo il discorso è completamente diverso, perché si riferisce alla correzione rispetto al materiale di base a seguito di un miglioramento (o peggioramento), come ad esempio una placcatura con intonaco armato, che migliora quindi tutte le caratteristiche meccaniche. In questo caso quindi il coefficiente deve essere considerato, altrimenti il materiale risulterebbe errato.
Grazie per la risposta. Ho però ancora qualche dubbio:
1) Mi è chiaro come si trova Vt3 nel caso in cui l’eccentricità sia minore di 1/6.
Quello che chiedevo è appunto come trovare invece Vt3 nel caso in cui l’eccentricità sia maggiore di 1/6. Capisco il procedimento teorico di aumentare la forza fino alla situazione limite, ma se fosse possibile, vorrei proprio sapere concretamente com’è stata ottenuta la formula Vt3=(3 * N * l * Fvkb + 0,4 * N^2 * 2)/(2 * N + 3 * Fvkb * h * coeff.)
2) Ho capito il discorso su FC e gamma_m, che vanno posti uguali a 1 direttamente dall’utente, e il discorso sul coefficiente correttivo, che invece va messo sempre.
Ma il centro di quello che chiedevo è invece la presenza di quello 0,7 al denominatore.
Le formule che si possono usare sono le seguenti:
f_vk = f_vk0 + 0,4 sigma_n (11.10.3.3 delle NTC)
f_vd = f_vm0 + 0,4 sigma_n = f_vk0 / 0,7 + 0,4 sigma_n (7.8.2.2.2 delle NTC)
Nell’excel credo che sia stata usata la seconda delle due, utilizzando tau_0d (che è uguale a tau_0, dato che gli si sono applicati FC e gamma_m unitari, a meno dell’eventuale presenza di fattori correttivi) al posto di f_vk0. Per cui f_vd = f_vk0 / 0,7 + 0,4 sigma_n = tau_0 / 0,7 + 0,4 sigma_n
Secondo me invece tau_0 e f_vm0 sono effettivamente due modi diversi per indicare la stessa cosa (infatti sono entrambi valori medi). Per cui f_vd = f_vm0 + 0,4 sigma_n = tau_0 + 0,4 sigma_n
La differenza pratica sta semplicemente nel fatto che ci sia o meno quello 0,7 al denominatore.
Volevo dunque sapere qual è il motivo che vi spinge ad assumere f_vk0 (che è un valore caratteristico) uguale a tau_0 (che è invece un valore medio).
1) Vado a memoria. Supponiamo di avere un setto l x t x h con forza assiale N e vincolo a doppio incastro. Valgono le seguenti relazioni:
Vt = l’t fvd
Il momento all’incastro dovuto a Vt vale M = (Vt h)/2 e l’eccentricità e = M/N
La lunghezza compressa dovuta al momento vale l’ = 3(l/2-e)
Sostituendo i valori ci ritroviamo con un sistema di due equazioni in due incognite, l’ e Vt, risolvendo con vari passaggi troviamo la soluzione usata nel foglio elettronico per i vari tipi di vincolo.
2) Noi abbiamo valutato che il termine “medio” usato per fvm0 al paragrafo 7.8.2.2.2 e il tau_0 usato, ad esempio, nella tabella C8A.2.1, si riferiscano a cose diverse.
Nel primo caso fvm0 si riferisce al valore medio del taglio all’interno della sezione al momento del collasso della parete in campo non lineare, nel secondo caso il termine medio si riferisce a medie statistiche nella determinazione della resistenza a taglio di murature esistenti sulle quali non siano state fatte prove di resistenza dei materiali, questo anche in relazione a quanto riportato C8A.1.1 dove il termine “medio” è utilizzato, ad esempio per LC3, come media dei risultati delle prove.
Ok, grazie mille per le risposte! Siete stati molto disponibili.
Salve, ho modificato il file 2-2 perchè ho 4 setti iniziali e 4 finali, in pratica sposto una porta. Mettendo tutti i parametri mi dice che non necessita di cerchiatura, penso sia corretto ma perchè le dimensioni della porta rimangono sempre le stesse. Voi che ne pensate?
Grazie
Spostando un porta può anche succedere che si abbia una diminuzione di rigidezza, dovuta al diverso apporto delle deformazioni dei setti per taglio o per flessione. E’ comunque normale che in un sistema i 4 setti anche una eventuale diminuzione di rigidezza sia abbastanza piccola da rientrare nel range ammissibile (normalmente + o – 15%)
Buonasera,
vorrei chiedervi come comportarsi nel caso in cui venga semplicemente allargata di 20 cm un’apertura in un setto portante: utilizzando il tool online il risultato relativo alla variazione di rigidezza dice “non è necessaria una cerchiatura” in quanto la rigidezza diminuisce solo del 3%, la verifica inerente alla forza reattiva però ovviamente non risulta verificata..che fare?
Grazie mille
Può provare ad inserire comunque una cerchiatura imponendo un limite di variazione fra 4 e 15% invece che fra -15 e 15.
Dovrebbe venire fuori una cerchiatura piccola. Potrebbe venire fuori che anche con le dimensioni minime dei profilati disponibili la rigidezza finale aumenti più del 15%, che non è ammesso. In questo caso può provare a cambiare tipo di profilo.
Il coefficiente di riduzione psiS nell’analisi dei carichi, sarebbe psi1 o psi2? E’ la formula degli SLE frequente o quasi permanente!?
Grazie.
PsiS sta per Psi sismico e quindi è lo Psi corrispondente alla combinazione dei carichi con sima
in un caso con piccolo ampliamento di muro con variazione rigidezza circa 16%, per far verificare la forza reattiva tot, ci vorrebbe un profilato tale da aumentare la rigidezza molto di + del 15% rispetto allo stato attuale, quindi sembrerebbe non ci sia soluzione per far tornare entrambi. E’ possibile o ritenete ci sia qualche errore?
Grazie.
Difficile dire senza vedere il caso specifico. In certi casi può essere necessario cambiare il tipo di profilato, in modo da ottenere una resistenza maggiore senza aumentare troppo la rigidezza. Altri parametri per trovare una soluzione sono l’altezza della cerchiatura e il tipo di vincolo al piede.
salve ho appena scaricato il file e provando a lavorarci, direi utilissimo grazie.
mi chiedevo se ho un maschio murario da 4m completamente da demolire 1 setto di partenza e 0, o meglio 1 la cerchiatura, il file è utilizzabile? sembra che annulando i volori per i setti nel candizione “dopo” non funzioni. Grazie
In questo caso non si tratta più della cerchiatura di un’apertura, ma di sostituire un setto in muratura con una struttura in acciaio. Il file così come è deve essere modificato per trovare una soluzione, ma direi che in un caso di questo genere non si tratta più di un intervento locale. Se un certo allineamento attualmente ha un solo setto in muratura, lo demolisco e metto in sua vece una struttura metallica direi che è necessario una verifica globale in campo non lineare perché cambia il modello strutturale.
Mi trovo ad aumentare il j del profilato per aumentare la rigidezza del telaio, per aumentare la forza reattiva del telaio e di conseguenza quella totale, fino ad arrivare a superaredel 15% la rigidezza attuale, e intanto non ho ancora raggiunto la forza reattiva attuale, quindi non c’è soluzione….
Cosa ne pensate?
Grazie
Ho risposto ad una domanda precedente. Normalmente si riesce a trovare una soluzione cambiando qualche parametro (tipo di profilato, altezza cerchiatura, tipo di vincolo).
Nella dimensione dei setti dopo l’apertura li consideri al netto dei profilati della cerchiatura, con l’apertura quindi più grande dell’apertura finale.
Anche volendo usare solo betoncino senza cerchiare non si arriva a verificare rigidezza e forza.
provi ad utilizzare bettolino assieme ad un profilato. Se la rigidezza del betoncino da solo è troppo alta lo usi solo un una parte di muro. Normalmente serve anche la cerchiatura per verificare anche la resistenza, ma verrà più piccola.
Vi faccio i miei complimenti per la divulgazione del vostro materiale.
Relativamente alle cerchiature metalliche vi chiedo un parere in funzione di quanto riportato nel vostro foglio di calcolo excel:
1) Per determinare la Fu=2Mu/h (con incastro-incastro) e che corrisponde alla Freattiva della cerchiatura, avete calcolato il momento ultimo utilizzando la fyk anziché ftk. Perché?
2) Conseguenza della domanda 1): la norma e i vari orientamenti intrepretativi richiedono di verificare sia la riduzione di rigidezza dovuta all’intervento, il taglio ultimo e lo spostamento ultimo ma anche di verificare le sezioni degli elementi metallici e le unioni secondo i disposti del DM2008. Questo comporta di verificare i profili con Med= Fu*h/2 quindi un Med derivante dalla Fu della cerchiatura (Fu deriva da Mu che dovrebbe essere calcolato con la ftk). Però il Mrd=Wplastico*fyk/gammaM0 (calcolato con fvk) è ben diverso e non dello stesso ordine di grandezza di Mu e spesso accade che tale verifica non risulti soddisfatta. Cosa ne pensate?
3) Come suggerito anche dagli orientamenti interpretativi del CTS non occorre dividere i valori desunti dalla Tab. C8.A.2.1. della circolare per il fattore di confidenza. Nel vostro foglio di calcolo è previsto di dividere i valori medi anche per FC ottenendo i valori di progetto. Presumo che debba essere considerato FC sempre uguale a 1 o avete interpretato in modo diverso rispetto agli orientamenti del CTS.
Cordiali Saluti
Nel calcolo del sistema setti-cerchiatura, il comportamento dell’acciaio è considerato approssimato con una bilatera con la parte plastica orizzontale.
Con questo tipo di approssimazione è in effetti più vicino alla realtà considerare come limite della bilatera il valore di snervamento invece che quello di rottura.
Detto questo non dobbiamo fare una verifica, perché non abbiamo valori di sollecitazione da applicare, dobbiamo valutare la resistenza ultima del sistema nel momento in cui abbiamo il collasso dei setti murari. In questa fase l’acciaio può essere ancora in regime elastico, e in questo caso è calcolata la resistenza corrispondente allo spostamento, oppure è oltre e allora è considerata la resistenza limite. Per il calcolo è stato utilizzato il metodo elastico, utilizzando quindi in modo semplificato W Plastico = W elastico. Al posto di Ftk quindi dovrebbe essere scritto Fyk. C’è da dire che nel 99% dei casi l’acciaio rimane in ambito elastico e sovradimensionato nell’intervallo di resistenza dei setti murari. Vale a dire che alla deformazione di rottura dei setti la sezione è normalmente in ambito elastico. Tutto questo vale per nodi con saldature a completa penetrazione. Per altri tipi di giunzioni il momento ultimo da considerare potrebbe essere quello della giunzione e non quello della sezione del profilo
Per quanto riguarda FC è corretto utilizzare sempre il valore di 1, perché lo scopo è quello di ottenere un risultato il più possibile invariato. Valori di FC maggiori porterebbero ad un sottodimensionamento della cerchiatura.
Nei vostri fogli nei quali si prevedono più setti e quindi anche più aperture, per il calcolo dei profilati della cerchiatura, non capisco se viene fuori il dimensionamento relativo una cerchiatura unica, oppure 2 cerchiature uguali con le caratteristiche che risultano.
Grazie.
Se inserisce due aperture può creare anche una sola cerchiatura in una delle due aperture che recupera la rigidezza e la resistenza persa. In alternativa se le due apertura hanno la stessa altezza (non ha influenza la larghezza), può indicare come numero di colonne la somma delle colonne delle due aperture.
Riguardo i fogli con più setti e quindi anche più aperture, (ad esempio 2 aperture di progetto) non capisco se il dimensionamento che si ottiene dal foglio che riguarda un’unica cerchiatura, sia da intendersi come ripristino globale, e quindi relativo ad una cerchiatura fittizia, oppure relativo a ciascuna delle 2 cerchiature che interessano le 2 aperture.
Grazie.
Vale quanto detto nella risposta precedente. La rigidezza mancante può essere recuperata con una sola cerchiatura o con 2. Che le due cerchiature siano concentrate su un’apertura o divise su due aperture il risultato non cambia. Poiché il calcolo è del tipo share type, nel caso in cui si utilizzino due cerchiature nelle due aperture l’altezza deve essere uguale, mentre la larghezza può essere diversa.
Salve.
Ho questa situazione:
– n. 3 setti e n. 2 aperture iniziali
– Progetto: eliminazione dei primi due setti, sostituiti da un’unica cerchiatura
E’ corretto parlare di cerchiatura (l’apertura complessiva è di circa 5,20 metri ed il setto residuo di circa 1,50 m?
In questa situazione è corretto utilizzare il Vs. foglio di calcolo?
Ho simulato un primo setto di lunghezza 0 (vanno poi eliminati i risultati), quindi l’apertura ed infine l’ultimo setto. Cosa ne pensate?
Grazie.
In pratica rimane solo un setto di 1,50 e in queste condizioni più che di cerchiatura di un’apertura si dovrebbe parlare di sostituzione di un setto con una struttura metallica.
Il foglio elettronico può ancora dare risultati analiticamente corretti, ma poi è necessario vedere cosa succede nella realtà sul lato dove la cerchiatura non ha muro o ha solo il muro perpendicolare. Alcune regioni, tra le quali la Toscana, impongono dei minimi di muratura ai lati della cerchiatura. Ad esempio 50 cm oltre allo spessore dei muti perpendicolari.
Buongiorno e grazie per i fogli che mettete a disposizione!
Ho un dubbio, 1 setto iniziale e 3 setti finali (eseguo due aperture) quale dei fogli messi a disposizione è più corretto utilizzare? Quali modifiche devono essere apportate al foglio?
Grazie in anticipo.
Può modificare il foglio con 2 setti e tre aperture, cancellando un setto nella situazione iniziale. Faccia attenzione che tutti i riferimenti alle celle nel foglio siano corretti. In alternativa, in modo più semplice, può utilizzate iT-cerchiature nell’area Interstudio Tools
salve, non riesco a ricevere la mail di attivazione per scaricare il programma. E’ possibile risolvere il problema?
Grazie anticipatamente
,Marta
Le abbiamo inviato di nuovo l’email per l’attivazione, controlli la sua posta, in particolare modo se ci sono dei filtri antispam che possono intercettare la nostra posta. Un problema in generale è dato dal server hotmail. La Microsoft ha cambiato alcune regole e considera spam molta posta regolare, anche da indirizzo diffusi come alice o tim, nel caso venga cambiato il server di spedizione. In questi casi non arriva niente al destinatario e anche il mittente non riceve indietro niente per cui pensa che la posta sia stata ricevuta regolarmente. Il nostro consiglio è di cambiare gestore di posta, ad esempio con gmail.com o altri perché questa modalità operativa penalizza gli utenti.
Se non riceve l’email di conferma ci faccia sapere, possiamo abilitare in altro modo l’account con la sua email, ma se il problemadel server sussiste potrebbero non essere utilizzabili alcune funzioni, quali gli email con gli indirizzi di download, i messaggi di condivisione ed altro.
Salve, ringraziandovi per il file messo a disposizione, volevo domandarvi se potevate indicarmi il riferimento normativo per la scelta di gamma m posto pari ad 1.
Grazie
Il gamma m è = 1 nel caso di calcolo sismico in campo non lineare e = 2 per calcolo sismico lineare. Il progetto delle cerchiature è non lineare, come è obbligatorio quando si utilizzino materiali diversi quali acciaio e muratura.
Nel caso di analisi elastica con il fattore q (analisi lineare statica ed analisi dinamica modale con coefficiente di struttura), i valori di calcolo delle resistenze sono ottenuti dividendo i valori medi per i rispettivi fattori di confidenza e per il coefficiente parziale di sicurezza dei materiali.
Nel caso di analisi non lineare, i valori di calcolo delle resistenze da utilizzare sono ottenuti dividendo i valori medi per i rispettivi fattori di confidenza. (vedi C.8.7.1.5).
Complimenti per i fogli free.
Non ho capito una cosa perchè appare sempre “Il setto 6 è escluso dalla somme delle rigidezze perchè al di sotto del rapporto di snellezza 0,3” Infatti anche se inserisco setti intermedi con rapporto di snellezza minore di 0,3 non appare tale messaggio.
Buona sera e complimenti per il foglio di calcolo che è davvero esaustivo.
Avendo effettuato delle stime di massima e volendo adoperare questo foglio per stimare la cerchiatura vorrei essere certo della modalità di immissione dei carichi.
In sostanza:
1) per quanto riguarda l’architrave, sulla base dell’effetto arco nelle celle di carico q e carico muratura intendete quelle che ricadono nel triangolo vero? In pratica se ho w=1600 DaN/m3 e muro spesso 0,5m nel carico muratura per quello che si intende è giusto inserire 1600*0,5? mentre nel carico q devo inserire il carico del solaio(esempio se ho solo copertura q=carico della copertura)?
2) nell’analisi dei carichi dei setti se avessi un setto con muro alto 3 metri,lungo 5 e spesso 0,5m, con copertura sopra è corretto inserire i dati in muratura livello 0 e quantità pari al volume, mentre per la copertura devo inserire come quantità l’area d’influenza che riguarda quel setto?
Per quanto riguarda l’architrave si considera il triangolo equilatero, semplificando con un rettangolo equivalente. Nelle cerchiature comunque l’architrave è sempre sovradimensionata e quindi va bene anche approssimare con un quadrato alto quanto la lunghezza dell’architrave.
L’analisi dei carichi sui setti si fa fino alla parte superiore del setto, perché è la sezione peggiore per quanto riguarda la verifica al taglio per scorrimento e al taglio diagonale.
Grazie della Vs. disponibilità.
Una domanda: nel calcolo dei profili, il dato da inserire nella sezione “Confronto tra attuale e progetto” nella casella “Altezza dell’apertura” qual è?
La altezza netta della apertura o quella lorda (cioè comprendente anche l’altezza dell’architrave)?
Grazie
FT
PS: mi scuso se la risposta c’era già nei post precedenti; io l’ho cercata, se c’era mi è sfuggita.
Deve essere introdotta l’altezza netta dell’apertura, quella corrispondente alla deformazione a flessione del pilastro in acciaio
Salve,
ottimo programmino. Non riesco a capire cosa si intende per “…aperture in un setto, con un setto iniziale e due setti finali”, ossia “iniziale” e “finale”. Non ci sono file esempi che si possono scaricare? non riesco a trovarli sul sito.
Il mio caso riguarda un setto al piano terra (dove si farà l’apertura) e un setto al piano primo allineato verticalmente al setto sosttostante.
Grazie in anticipo.
saluti
C’è un esempio anche all’interno del programma. Una situazione di base è quella che c’è un setto iniziale, se in questo setto è creata un’apertura abbiamo due setti separati dall’apertura.
In pratica i setti sono i maschi murari.
Il calcolo è effettuato sul piano dove viene creata o modificata l’apertura,prencendo in considerazione tutti i setti allineati e quindi obbligato a muoversi tra loro in modo congruente, non solo la stanza ove è creata l’apertura. Al di sopra devono essere considerati tutti i piani compreso la copertura. Il programma permette di fare un’analisi dei carichi accurata ai vari piani, stabilendo prima i tipi di carico e quindi applicandoli nell’analisi dei carichi.
Salve è possibile calcolare due cerchiature non separate da setti ma unite invece tra loro? E anche utilizzare allo stesso scopo un numero dispari di montanti? Perché non si possono inserire due aperture adiacenti.
In questo caso non si tratta di due aperture, ma di una sola apertura più grande. La cerchiatura è diversa ed avrà uno o più montanti centrali. Considerando che si tratta di un calcolo di tipo sheretype, è sufficiente inserire il corretto numero di montanti.
Si tratta di incrementare l’altezza di una finestra lasciando invariata la larghezza e quindi le dimensioni dei 2 maschi murari.
In questo caso dal foglio di calcolo risulta che non si ha diminuzione di rigidezza quindi, come non fosse necessaria cerchiatura.
In realtà si riduce la fascia muraria soprastante, quindi si modificherà il comportamento globale….. come avete considerato questo problema? Grazie.
Il foglio elettronico funziona in base a quanto riportato nel seguente articolo:
https://news.interstudio.net/2014/02/20/metodi-di-calcolo-per-le-murature/
Non tiene quindi conto della differenza di altezza dell’apertura e questo normalmente è accettabile nell’ambito delle varie semplificazioni che si fanno negli edifici esistenti e le differenze rientrano ampiamente in quelle ammesse dalla normativa e comunque a favore della sicurezza.
Se si vuole essere più precisi non si deve utilizzare il metodo del telaio equivalente, che porta a risultati aberranti, ma si devono considerare correttamente le rigidezze delle varie parti.
In pratica si deve dividere il pannello in tre strisce, la fascia superiore e la partostinecon i setti a lato dell’apertura e la parte sottostante l’apertura.
Si deve calcolare la rigidezza delle parti on le solite formule della rigidezza dei setti murari.
Per i setti in sequenza la rigidezza totale è la somma delle rigidezze, per cui R = R1+R2+R3 ecc.
Per le parti sovrapposte, dove la deformazione totale è data dalla somma delle deformazioni delle varie parti, si sommano gli inversi:
1/R = 1/R1 + 1/R2 + 1/R3
E quindi
R = (R1*R2*R3)/(R1*R2+R1*R3+R2*R3)
In caso di apertura in muratura all’ultimo piano, il progetto prevede anche il rifacimento del tetto alzando i muri di 30cm (pari all’altezza del nuovo cordolo), come altezza dei setti di progetto è più corretto considerare la solita dello stato attuale, oppure 30cm in più facenti parte però dal nuovo cordolo in c.a.?
Come vincolo dei setti è corretto scegliere sempre incastro sia allo stato attuale che di progetto, visto che una fascia seppur piccola è sempre presente giusto?
Grazie.
Considerando che il cordolo è molto più rigido della muratura in orizzontale si possono considerare i setti invariati in altezza.
Se però i setti sono uniti dal solo cordolo il setto è a mensola
Salve, vorrei scaricare i fogli di calcolo ma mi esce un errore. Come posso fare?
Cordiali saluti
Martina D’Aversa
Che tipo di errore ha? Ha effettuato la registrazione per scaricare? Ha ricevuto l’email con l’indirizzo per il download?